domenica 20 febbraio 2011

lunedì 31 gennaio 2011

Long live all the magic we made

Scommetto che questa è la canzone con cui Taylor chiude i concerti.
Posso immaginarla...
So di essere una babba che piagnucola per nove cose su dieci, ma come faccio a non commuovermi ascoltando questa canzone? ...racchiude così tanto.
E non so cos'altro aggiungere, se non la canzone stessa e una traduzione/versione in prosa improvvisata....


Ricordo ancora quel momento
Negli anfratti della mia mente
I tempi in cui stavamo lì con le mani tremanti
Le folle sulle tribune impazzivano.
Eravamo i Re e le Regine
E proclamavano i nostri nomi.
La notte che ballasti come se avessi saputo che le nostre vite
Non sarebbero più state le stesse.
Tenevi la testa alta, come un eroe
Sulla pagina di un libro di storia.
Era la fine di un decennio
Ma l'inizio di un'era.

Lunga vita ai muri che abbiamo sfondato
Tutte le luci del Reame splendevano solo per me e voi.
Gridavo, "Lunga vita a tutta la magia che abbiamo creato"
E fate entrare tutti gli aspiranti al trono!
Un giorno saremo ricordati.

Ho detto, ricordati questa sensazione
Ho sfogliato le foto
Di tutti gli anni in cui siamo rimasti a bordocampo
Desiderando follemente questo momento.
Siamo e Re e le Regine
Hai barattato il tuo cappellino da baseball per una corona.
Quando ci hanno consegnato i nostri trofei
E li abbiamo sollevati in alto per la nostra città.
E i cinici si sentivano oltraggiati
Urlavano, "E' assurdo!"
Perché per un attimo, una band di ladri in jeans strappati è riuscita a dominare il mondo.

Lunga vita ai muri che abbiamo sfondato
Tutte le luci del reame splendevano solo per me e voi.
Gridavo, "Lunga vita a tutta la magia che abbiamo creato"
E fate entrare tutti gli aspiranti al trono
Non ho paura.

Lunga vita a tutte le montagne che abbiamo smosso
E' stato il momento più bello della mia vita
A combattere i draghi con voi.
Gridavo, "Lunga vita allo sguardo sul vostro viso"
E fate entrare tutti gli aspiranti al trono!
Un giorno saremo ricordati.

Tieniti stretto a questo vortice
I coriandoli cadono a terra
Potranno mai questi ricordi infrangersi?

Aspettate un attimo
Promettetemi questo:
Che mi starete sempre accanto.
Ma, che Dio non voglia!, se il fato dovesse mettersi in mezzo
E costringerci a dirci addio
Se un giorno avrete dei bambini
Quando indicheranno le foto
Per favore, dite loro il mio nome
Raccontategli di come le folle impazzivano
Ditegli di come spero che il loro futuro sia radioso

Lunga vita ai muri che abbiamo sfondato
E' stato il momento più bello della mia vita
Con voi

Lunga, lunga vita ai muri che abbiamo sfondato
Il lume di candela splendeva solo per me e voi
E gridavo, "Lunga vita a tutta la magia che abbiamo creato"
E fate entrare tutti gli aspiranti al trono
Non ho paura.

Mentre canto, Lunga vita a tutte le montagne che abbiamo smosso
E' stato il momento più bello della mia vita
A combattere i draghi con voi

E Lunga, lunga vita allo sguardo sul vostro viso
E fate entrate tutti gli aspiranti al trono
Un giorno saremo ricordati.

giovedì 30 dicembre 2010

12 mesi in un battito di ciglia...

A metà Gennaio due gemelli crucchi ci sconvolgevano i piani annunciando con due giorni d'anticipo la loro visita Milanese per la Fashion Week. Due giorni pieni, pienissimi. Poi Sanremo, pazzesco. Poi, neanche il tempo di prendere il respiro, ed eri già in partenza per la grande traversata… Rotterdam, Amburgo, Stoccolma, Lione, Torino, Padova, Ginevra, Milano… un mese e mezzo sospesa in un altro universo, un mese e mezzo incredibilmente concentrato di esperienze, ricordi, avventure, risate, emozioni. Emozioni forti, vere, travolgenti, indelebili. Un mese e mezzo da cui fai fatica a riprenderti. D'un tratto tutto smette di girare, d'un tratto cala il silenzio. L'unica riabilitazione è continuare a condividere pezzi di vita con le persone che ami, e che come te vivono in quell'universo…
E poi? Genova, i TRL Awards. Verona, i WMA, quei due giorni stupendi nella primavera della città più romantica d'Italia… e poi Torino, gli MTV Days. E poi era già Giugno, i Muse a Sansiro, la "gita" a Montichiari, e poi Catania. Catania. Il delirio. Catania-Milano-Catania, e poi da lì diretti a Berlino, e da Berlino diretti a Londra… e poi casa. E nel frattempo era già Agosto… qualche giorno a Sestri Levante… ed era già tempo di partire per Verona, Teatro Romano, e poi Napoli, i Coca-Cola Live. Altri bellissimi due giorni… poi, le giornate di qualche vip americano in visita a Milano e conseguente girovagare milanese… Katy, Taylor. Passa ottobre, arriva Novembre, gli EMAs a Madrid, poi Adam in concerto, ed è già Dicembre, bisogna già pensare ai regali di Natale… Lady Gaga, capatina a Bologna per, finalmente, i 30 Seconds To Mars…
Tante piccole altre perle sparse qua e là durante i mesi.
E ora?
E' passato Natale, è passato Santo Stefano… e domani è già ora di partire per andare a festeggiare Capodanno… a Verona.
E' passato in un soffio.
Quest'anno è letteralmente volato… ed è stato meraviglioso.
Spero che il prossimo lo sia altrettanto… o, perché no, ancora di più.

w*h*p

giovedì 23 dicembre 2010

Erinner dich...

Era su questo stesso letto.
Fra queste stesse pareti.
E fuori c'era probabilmente lo stesso cielo buio, lo stesso freddo pungente.
Non c'erano i poster. Questo tetto inclinato sopra di me era bianco, lindo, appena verniciato. La casa era quasi nuova…
Non c'era Melindo. Forse non c'era nemmeno il vecchio pc, ma c'era quello prima ancora, pochi giorni prima che si rompesse definitivamente. O forse c'era il pc della mamma, in sostituzione.
C'ero io seduta su questo letto, come adesso, un po' annoiata. Navigavo su internet. Tanti dettagli simili, tanti particolari che ritornano… eppure pensare che ero io, ed ero qui, è difficile a credersi. Sembra troppo tempo fa. Un'altra vita. Un'altra persona.

Loro erano già arrivati. Forse un giorno o qualche ora prima, erano arrivati nella mia vita così, un po' per caso, per una serie di coincidenze. Non sapevo nulla se non una canzone e il loro nome, e un po' per noia, un po' per curiosità, seduta a gambe incrociate sul mio letto cercavo qualcosa su quello strumento a cui non ero poi così avvezza, YouTube. Cercavo altre canzoni, senza nemmeno saperne i titoli. La prima a comparire, dopo quella che già conoscevo, si chiamava Spring Nicht; e per una che di tedesco sapeva meno di zero, poteva per assonanza volere dire "notte di primavera". Ma l'icona e le prime immagini rendevano chiaro che con la primavera aveva ben poco a che fare. Aiutata dal video, sempre per assonanza, arrivavo facilmente alla traduzione esatta.

Rivedere quel video dopo tanto, tanto tempo, solo qualche minuto fa, è stata l'ennesima stretta al cuore. Rivederlo qui e così, come la prima volta. Rendersene conto proprio alle prime note della canzone.

Tre anni fa una ventunenne che aveva perso la bussola della vita e l'equilibrio della propria esistenza, smetteva per un attimo di respirare di fronte a quegli occhi. Sentiva il sangue rimbombare fino a quasi coprire la musica, la pelle pizzicare dai brividi, e una lacrima calda scendere sul viso. Tre anni fa quella canzone arrivava a gridarle in faccia quello che aveva bisogno di sentire. Anche se non lo voleva sentire. Arrivava inaspettata, terrorizzante nel suo tempismo, come una corda che con violenza ti frena da una caduta a picco.
E se la prima canzone era stato un fulmine a ciel (per così dire) sereno, la seconda è stata il tuono: quel boato dirompente che, arrivato dopo il fulmine, ti frastorna con la sua massiccia realtà d'essere.

Tre anni fa, una ventunenne con il cuore completamente ibernato e il sangue come neve, sentiva un tepore emotivo, disarmantemente delicato e fluido, farsi strada da quel cuore freddo e verso ogni angolo del corpo e dell'anima.
Un tepore emotivo che veniva da lui.

Da lui, così piccolo e così grande. Così fragile e così intenso. Da quella sua voce imperfetta che disegna le curve dello spirito. Quella voce che si rompe in grida disperate, e poi diventa un sussurro flebile, così vicino che puoi sentire il respiro sul collo. E ti parla. Parla a te, e a te soltanto. Parla al di là delle parole, dove solo l'astratto può arrivare, accarezzando le profondità del cuore.
Da lui, da quel suo viso così giovane e così vissuto, da quegli occhi carichi di malinconia, da quel suo essere così denso e così impalpabile, oscuro e luminoso, come una fiamma nera. Dal surrealismo di quel viso efebico che urla un dolore così terreno, così adulto.  Dall'insondabile abisso che si nasconde dietro quegli occhi.
Da lui, che è una goccia di magia da qualche altro mondo.

Non dimenticherò mai perché me ne sono innamorata, per il semplice motivo che sono emozioni che continuano a rapirmi, facendomi innamorare ogni volta.

Si è aperto un passaggio temporale oggi, mentre riguardavo quel video come la prima volta. Ho rivisto la me stessa di tre anni fa, e lei ha visto me. E forse è stato per questo che ha poi scelto di andare avanti. Di dare ascolto a quel tuono. Forse ha visto che quel tuono poteva essere l'ouverture di una nuova vita.
Come la musica roboante all'inizio di un concerto.

E adesso lui ha l'età che avevo io, allora. E io devo piangere quando penso a tutto quello che mi ha dato, che mi dà, e che significa. Semplicemente essendo così com'è. Semplicemente essendo lui.
E non se ne andrà mai da me...

Come un diamante in mezzo al cuore...




mercoledì 11 agosto 2010

Macedonia di frutta

E' sempre con un sorriso di tenerezza e un'arricciata di naso che riguardo le foto più vecchie.
Perché eravamo più piccole, avevamo capelli strani, trucchi strani, vestiti strani. 
Perché ci conoscevamo da poco.
Perché non sono poi così tanto vecchie, quelle foto. Al massimo possono risalire a tre anni fa, scarsi... eppure a rivederle mi sembra passato più tempo. Mi sembra che ci sia passata una vita in mezzo. Come quando alla fine del liceo guardi le foto di classe della prima media e ti dici, "Cavoli, quante ne sono passate."
A volte quando siamo in giro, o anche se siamo in casa di una o dell'altra, capita che mi estraneo per un attimo e guardo tutto dall'esterno, e mi trovo a chiedermi come ci sia finita qui? E' tutto iniziato così per caso. Una passione iniziata per caso, persone trovate per caso... una che abita a venti minuti di macchina, eppure c'è stato bisogno di internet e di un'intermediaria torinese per trovarci. L'altra che di punto in bianco, non so per che motivo, mi scrive in chat, e dieci minuti dopo stiamo già spulciando gli hotel su Booking.
Quando qualche anno mi domandavo cosa avrebbe fatto Alice a 24 anni non avevo di certo una risposta, ma delle ipotesi, per quanto confuse, le potevo fare. 
E' capitata forse l'unica cosa che non avrei mai, mai previsto... ed è stato, ed è più bello di tutte le proiezioni che potevo aver provato a farmi.
Io in questa cosa mi ci sono tuffata fino in fondo, tutto in una volta. E per quello che ne potevo sapere, avrebbe potuto non valerne la pena. Ma dentro di me lo sapevo, lo sapevo fin dai primi due accordi di Monsoon che non sarebbe finita tanto presto... così come quando ho preso un aereo con una pazza mezza sconosciuta e sono andata a Amburgo, così come quando ci organizzavamo per andare a Roma al Park Hotel... chi non mi diceva, chi non ci diceva che una volta finito il viaggio non ci saremmo perse di vista, e tanti saluti? Che qualcuno non avrebbe deciso che non era più interessato a niente di tutto ciò?
...Eppure io da qualche parte mi sentivo che doveva continuare.


Good Luck, My Friend


Vi voglio bene davvero.
Non so descrivere a parole quanto mi renda felice il fatto di avervi trovato, di avere trovato voi due...
Riguardare le foto di tutte le cose che abbiamo fatto, i posti dove siamo state, i sorrisi e le facce stanche... è così bello, è così grande. Secondo me non c'è niente che lega quanto può legare una passione, e più forte è la passione più forti sono i legami...
Eppure quello non basterebbe, o meglio, non basterebbe a me, se non fosse affiancato da persone davvero speciali. Come voi. Che siete fondamentalmente buone, e comprensive e sensibili... e non è una cosa così comune. E più complesse da capire di quello che tante persone credono o vogliono limitarsi a vedere...
Fa male a me quando dicono cattiverie su di voi. Perché so che non è vero. Perché so che vi meritate tutto tranne quello.


Grazie di tutti i bei momenti.
Grazie di essere così come siete, di farvi volere bene, di farmi fidare di voi.
Non è una minaccia o un messaggio subdolo, è una verità che vi dico con il cuore in mano...


Love unleashed! 
<3<3<3






domenica 8 agosto 2010

Avanzi e bulloni...

Ho creato un file di testo dove ho appuntato dettagli, stralci, ricordi fotografici che mi tornavano alla mente di punto in bianco; li ho annotati lì, in attesa di inserirli mano a mano che scrivevo gli annali del tour. XD
Qualcosa è rimasto fuori, un po' per non allungare ulteriormente la pappardella, un po' perchè erano cose talmente sparse che non ho saputo dove incastrarle!

Le stavo rileggendo e alcune sono carine.
Quindi ecco.

Rotterdam.
* Sedute nella hall dell'albergo, poco dopo il mio arrivo, Ele scrive il blog per il FC dal computer di Marta. Ci sono anche due ospiti napoletani e uno del personale dell'hotel, olandese, e nel frattempo chiacchieriamo con loro. C'è il signore napoletano che pensa di farsi capire parlando in italiano a voce alta. Io faccio da interprete e nel frattempo il tizio olandese mi parla di Seedorf e di quanto siano brave cuoche le donne italiane. Credici.
* La notte, apparentemente, il tizio che dormiva a fianco a me ha vomitato. Per fortuna non me ne sono accorta. -.-
* L'esaltazione del primo concerto. A forse Ready, Set, Go! (credo) Marta che riprende un bel pezzo di canzone, spegne la macchina fotografica, poi Bill si volta di schiena. "Oh cazzo", e la riaccende.

Hamburg
* Le buonissime caramelle alla frutta dell'ostello!
* Il biglietto di gruppo + uno singolo per la u-bahn e s-bahn.
* Io che mangio il muffin al cioccolato caduto per terra, a Starbucks.
* L'ottima figura con il tizio, che alla fine si è rivelato essere italiano, sulla s-bahn.
* La tragedia del pezzo di pizza nel bicchiere di Marta. "Adesso te lo prendi tu!!!"
* Ery che si incastra il piede nello sgabello!
* Marta ci allieta con la versione italiana delle canzoni. "Benziiiina nel....... cazzo è blut?? Il tubo??"
* L'uomo della vita di Chiara, e il suo fucking waiting!
* Ready, Set, Go! a McDonald's. Non ci facciamo riconoscere.
* La leggenda metropolitana che Bill a Oberhausen si sarebbe messo a chiamare "Italia!". La vergogna di essere compatriota di chi l'ha pensato davvero. >_>
* Stern e le sue belle foto.

Stoccolma
* Quando prendiamo la navetta da Skavsta per la città, Marta chiede un biglietto per tre. Ma lo dice in un modo che sembra free più che three, e il tizio le dice che no, deve pagarli!!
* La tipa bionda con il cerchietto, simpaticissima, e le due vampire con i capelli unti.
* Ele e Marta che sbattono contro la porta a vetri della metro, pensando che sia automatica XD

Lione
* Dopo che finalmente abbiamo trovato un hotel, alle 4 di notte, e ci hanno detto di aspettare almeno fino alle otto, perchè prima non c'è nessuno per darci la stanza, ci addormentiamo sui divanetti. Sto dormendo benissimo, al calduccio, sul morbido, sotto un tetto, sono praticamente nella fase REM... quando "qualcuno" mi sveglia.
"Ali. Ali. Ali."
Apro controvoglia gli occhi e, mezza rimbambita, rivolgo uno sguardo interrogativo a Marta.
"Sono le sei." mi dice.
...
Ora, a distanza di cinque mesi, date le premesse (nessuna.stanze.prima.delle.otto.), ancora mi sfugge come la suddetta frase possa essere considerata una giustificazione per avermi strappato al sonno tanto cercato.

E so che questa cosa me la ricordo solo io, ma era una tale Meaniata che già allora sapevo di doverla scrivere! :)

Torino-Padova
* La canzone del Mengoni che salta fuori almeno centoquaranta volte durante gli spostamenti in macchina.
* Le finte di notte all'hotel di Padova per vedere se c'erano movimenti sospetti.
* I Michetti della Clau.

Ginevra
* Il bambino che si fa il segno della croce
* Il tizio che allunga un piede per vedere se siamo vive.

Milano
* Le rampe di scale della metro fatte di corsa per prepararsi (a me non è servito a molto, devo dire XD)
* Comunicare con Anna e Ale sugli spalti di fronte per farsi fare una foto dall'alto.
* Ben di fronte a noi nel sottopalco *___*
* L'acqua gassata. Solo a Milano. -___-





Sono insofferente

Odio la gente vuota.
E ce n'è tanta.
Tanta gente vuota che va in giro a dire di odiare la gente vuota.
Perchè è talmente incapace di elaborare un pensiero proprio che non si rende nemmeno conto che sta parlando di se' stessa.
Ecco: se c'è una cosa peggiore delle persone impersonali, sono le persone impersonali che pensano di avere una personalità. Magari anche brillante.
Ti propinano frasette fatte e faccine boriose con l'aria di chi la sa lunga, e a me viene da ridere. Si inventano interessi e "passioni", così, out of the blue, e ti propinano anche quelle come se fossero un tratto distintivo molto originale. E tutt'intorno ci sono altre centoventimila persone vuote che sciorinano smilies adoranti e esclamazioni di gioia sulla stessa identica cosa.
Sapendone identicamente niente.
Con lo stesso identico entusiasmo a breve durata, che si spegnerà magicamente quando il vento della vuotaggine soffierà nelle teste vuote che è tempo di gridare ad una nuova "passione".

...Evito di scendere più nel dettaglio perchè è una pagina pubblica, ma chi vuole intendere intenderà.

Poi, che cavolo.
A volte rasentano la soglia del ridicolo. Anzi, spesso.

Personalità non vuol dire per forza quella serie di atteggiamenti con cui certa gente identifica la parola, per qualche strana convinzione comune.
Vuol dire individualità.
Vuol dire sviluppare pensieri, interessi, passioni, sogni che vengono da esigenze interiori personali, uniche, sincere.
Vuol dire sapersi ascoltare e comprendere.
Un cuore e una mente che sappiano comunicare.

Possibile che così pochi ne siano capaci?
Possibile che la maggior parte della gente trovi più appagante prendere brandelli di personalità altrui - magari a loro volta rubati - e mettersi addosso un collage di cose che non le appartengono?

Ed ecco cosa viene fuori: un mucchio di bambole di pezza, che si credono tanto sfavillanti ma sono artificiali, finte e senza vita.